Non a caso la sua evoluzione è frutti di incessanti ricerche dello spazio, del colore e della forma che vedono impegnate, in una costante traduzione di informazioni, tutte le strutture umane interagenti in una rete evolutiva le cui caratteristiche possono essere analizzate in modo comparato nel quadro della teoria dell’informazione. L’organizzazione della sintesi dei segni costruisce l’entropia informativa sino a determinare la mappa cognitiva che parte col muoversi da una sommatoria di forze dinamiche di fondo per giungere ad una perfetta stabilità del segno finale.
In Mattioli i linguaggi pittorici e quello genetico concorrono a dare forza e stimolo al processo formativo: dinamico all’interno come forma dell’esterno, e quindi stabilizzato. l’interno, infatti, è mosso da linee di forza e forme genetiche informative che costituiscono colori e forme organizzate palesando processi informativi e creando una rete relazionale con l’ambiente… corpi, forme, ambienti, strutture formano il palcoscenico mnemo-tecnico dell’evoluzione biologica nonché di tutta la rete relazionale-informativa messa in scena da Mattioli. Questo organigramma di operatività si costituisce come forma configurata dell’arte di Mattioli, artista di frontiera egli distribuisce nelle proprie opere segni, colori, forme, spazi, tecnica, materia, gesti, magie come se dovesse costruire una rappresentazione dove la scenotecnica palesa le azioni di pensieri che si liberano e organizzano in forme comunicanti attraverso se medesime e non figure-attrici. L’arte di Giorgio Mattioli produce rivelazioni di opere magistrali che generano mappe cognitive. Il nostro augurio è che questo artista, ovvero questo immaginifico creatore, possa raggiungere quella posizione che la storia dell’arte gli riserba.
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