martedì 13 gennaio 2009

Mappa e organizzazione del sentire nell’evoluzione biologica del linguaggio artistico.

Sia l’evoluzione biologica che quella socioculturale, secondo molti studiosi, sono aspetti dello stesso processo di evoluzione dell’ambiente. Questa affermazione sembra chiarire più che mai gli intenti di Mattioli mentre organizza e sviluppa forme d’arte. Artista di lunga militanza nel figurativo, storico l’incontro di amicizia che ebbe con De Chirico, ha realizzato fino ad oggi migliaia di opere che si adagiano silenziosamente su un tappeto post-cubista in atmosfera metafisica ed accenni surreali, raffinato copista e ritrattista, è valente ceramista e scultore; ora è dedito alla ricerca di più moderni e nuovi linguaggi delle strutture biologiche originarie che compone e organizza in forme scavate nella dura roccia della creazione. Nelle opere degli ultimi tempi, appare chiaro il confronto della struttura-simbolica ordinaria e le strutture informative del patrimonio genetico in iterazione attraverso aggiustamenti strutturali fisici, biologici e simbolici con l’ambiente nell’hic et nunc dell’organizzazione umana.

Non a caso la sua evoluzione è frutti di incessanti ricerche dello spazio, del colore e della forma che vedono impegnate, in una costante traduzione di informazioni, tutte le strutture umane interagenti in una rete evolutiva le cui caratteristiche possono essere analizzate in modo comparato nel quadro della teoria dell’informazione. L’organizzazione della sintesi dei segni costruisce l’entropia informativa sino a determinare la mappa cognitiva che parte col muoversi da una sommatoria di forze dinamiche di fondo per giungere ad una perfetta stabilità del segno finale.

In Mattioli i linguaggi pittorici e quello genetico concorrono a dare forza e stimolo al processo formativo: dinamico all’interno come forma dell’esterno, e quindi stabilizzato. l’interno, infatti, è mosso da linee di forza e forme genetiche informative che costituiscono colori e forme organizzate palesando processi informativi e creando una rete relazionale con l’ambiente… corpi, forme, ambienti, strutture formano il palcoscenico mnemo-tecnico dell’evoluzione biologica nonché di tutta la rete relazionale-informativa messa in scena da Mattioli. Questo organigramma di operatività si costituisce come forma configurata dell’arte di Mattioli, artista di frontiera egli distribuisce nelle proprie opere segni, colori, forme, spazi, tecnica, materia, gesti, magie come se dovesse costruire una rappresentazione dove la scenotecnica palesa le azioni di pensieri che si liberano e organizzano in forme comunicanti attraverso se medesime e non figure-attrici. L’arte di Giorgio Mattioli produce rivelazioni di opere magistrali che generano mappe cognitive. Il nostro augurio è che questo artista, ovvero questo immaginifico creatore, possa raggiungere quella posizione che la storia dell’arte gli riserba.

Giuseppe Siano

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